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[Review Party] Grip di Kennedy Ryan

Buon inizio di settimana mes papillons!
Oggi il blog partecipa al rediscovery party del romanzo di Kennedy Ryan edito da Hope Edizioni dal titolo Grip, primo volume dell’omonima serie. 
Abbiamo già conosciuto Marlon “Grip” e Bristol in Flow (qui la recensione) e adesso non ci resta che scoprire come e se la loro storia sia evoluta.


Grip
(Grip #1)
di Kennedy Ryan
Editore: Hope Edizioni
Data di uscita: 14 Febbraio 2019
Genere: Contemporary Romance
Pages: 392

Opporsi a una forza irrefrenabile ti sfinisce e ti svuota.

Lo so.

L’ho fatto per anni.

Posso anche non essere dotata a livello musicale, ma ho un certo fiuto per il talento e ho occhio per lo straordinario.

E Marlon James, Grip per i suoi fan, è a dir poco straordinario.
Anni fa, abbiamo trascorso qualche magica serata insieme, ma tengo quei ricordi in un cassetto chiuso, di cui ho gettato via la chiave.
Tutto ciò che ci resta sono l’amicizia e il lavoro.
Lui è all’apice di un successo inimmaginabile, tutti i suoi sogni sono pronti a diventare realtà.
Io gestisco la sua carriera, ma non riesco a gestire il mio cuore.
È sfrenato, avventato e disobbediente.
E mi ricorda tutte le cose che voglio dimenticare.
Dopo aver letto Flow, avevo delle aspettative enormi su questo romanzo che, in parte, purtroppo, sono state disattese.
Partiamo dal principio.

Grip ci narra gli eventi otto anni dopo quelli raccontati nella novella. Ormai Bristol e Rhyson hanno la loro etichetta discografica di cui Grip è la stella indiscussa.
Il rapporto tra Bristol e Grip, invece, è fermo nelle posizioni di preda e cacciatore: lui che cerca disperatamente di riconquistarla e tornare insieme a lei, mentre lei scappa di fronte ai suoi sentimenti, credendo di finire come i suoi genitori.
Un altalena di emozioni e tira e molla continui che si protrae a lungo, con l’ingresso di altre persone e uno stallo che dura per 2/3 del romanzo.
La prima parte del romanzo l’ho trovata alquanto noiosa, con i continui avvicinamenti e allontanamenti tra Bristol e Grip, una lunga e lenta danza fatta di passi tutti uguali e conversazioni ripetitive e, a volte, banali.
Le paure e le incertezze di Bristol mi hanno fatto venire l’orticaria, più volte avrei voluto scuoterla e farle capire cosa si stava perdendo, invece di crogiolarsi nell’autocommiserazione e punirsi per gli errori commessi da altri.
Grip è esattamente come la Ryan ce lo ha già raccontato: un ragazzo dai molti talenti, un’anima pura sempre ben disposto nei confronti del prossimo, un uomo coerente con i suoi valori e le sue convinzioni, pronto a tutto pur di stare con la donna che ama.
Nella seconda parte finalmente il ritmo del romanzo si alza. L’ingresso di tematiche come razzismo e pregiudizio ci permettono di vedere uno spaccato degli Stati Uniti che contrasta fortemente con gli ideali stessi degli americani e purtroppo sempre attuali, come dimostrano i fatti di questi ultimi giorni.
Anche se Grip adesso è una celebrità, una star dell’hip-hop capace di trasformare in denaro qualsiasi cosa, viene sempre visto come il ragazzo nero di Compton, un delinquente a prescindere dalla realtà dei fatti.
Se a questo aggiungiamo macchinazioni e pugnalate alle spalle, ecco che abbiamo un romanzo potente, in grado di tenere alta l’attenzione del lettore e a capace di tenerlo incollato alle pagine fino all’ultimo.
Leggere la Ryan risulta sempre come ricevere due schiaffi in pieno viso: crudo e potente, il suo stile è spogliato di ogni fronzolo e sovrastruttura ed è in grado di arrivare dentro come uno tsunami e far riflettere.
Una storia d’amore potente, forse un po’ ridondante, ma che si lascia leggere grazie ad un ritmo fluido e scorrevole. In attesa di leggere Still, ultimo capitolo della storia di Bristol e Grip.
Buona lettura!

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